Il film Il ladro di Bagdad del 1924, diretto da Raoul Walsh, è un esempio fulgido del cinema d’avventura dell’epoca del muto, un’opera che incanta per la sua grandiosità e la sua inventiva tecnica. Con l’abilità di Douglas Fairbanks nei panni di un audace ladro trasformato in eroe, il film porta il pubblico in un viaggio tra magia e avventura, mettendo in scena battaglie e prove epiche in un contesto orientaleggiante che gioca con il fantastico e il surreale. Un capolavoro che ha segnato un’era, sia per la sua straordinaria estetica che per le innovative tecniche cinematografiche utilizzate.

Una panoramica sul film
Il film è una vera e propria opera monumentale, che affonda le radici nel genere fantasy con la sua trama ricca di colpi di scena e personaggi indimenticabili. Douglas Fairbanks, non solo protagonista ma anche sceneggiatore e produttore, porta sullo schermo un ladro che si trova a combattere contro tre principi rivali per conquistare il cuore della principessa interpretata da Julanne Johnson. Le straordinarie prove tecniche, come il celebre tappeto volante e il cavallo alato, utilizzano effetti speciali che, seppur oggi appaiono datati, impressionarono il pubblico dell’epoca. Il film si distingue non solo per la sua visione artistica ma anche per l’ambizione tecnica, con l’uso pionieristico di fotomontaggi e animazioni che portarono la regia di Raoul Walsh a nuove vette di sofisticazione cinematografica.
Scene memorabili
Ecco alcune delle scene più indimenticabili de Il ladro di Bagdad:
- Il salto sugli orci: Douglas Fairbanks mette in mostra la sua straordinaria agilità saltando da un orcio all’altro a petto nudo durante la sua fuga nel mercato di Bagdad. Il trucco? Ogni orcio nascondeva un trampolino che consentiva all’attore di compiere questi spettacolari salti con facilità.
- Nel palazzo del califfo: Il ladro riesce a entrare nel palazzo per rubare i tesori del califfo, ma dopo aver sottratto una collana di perle, la sua attenzione viene catturata dalla camera della principessa. La vede e se ne innamora, comprendendo che le ricchezze materiali non sono nulla in confronto all’amore, segnando così il punto di svolta del suo cambiamento interiore.
- Il tradimento: Anna May Wong interpreta l’ancella infida della principessa, ottenendo elogi dalla critica e guadagnandosi fama internazionale. Negli anni ’30, Wong divenne una delle principali star orientali di Hollywood, simbolo di eleganza e sensualità.
- Il tappeto volante: Tre pretendenti sorvolano il deserto a bordo di un tappeto volante per raggiungere Bagdad e salvare la principessa in fin di vita. Gli effetti speciali, come questa scena, erano molto costosi, e infatti il budget del film arrivò a 2 milioni di dollari, un record per l’epoca, poiché nessuna pellicola aveva mai superato il milione di dollari prima di questa produzione.
Raoul Walsh
1887-1913: Raoul Walsh, nato Albert Edward Walsh, inizia la sua carriera come attore teatrale dal 1909 al 1913, prima di debuttare alla regia cinematografica con The Pseudo Prodigal.
1914-1926: Nel 1914 realizza il suo primo lungometraggio, The Life of General Villa, che include riprese autentiche di combattimenti tra le truppe di Pancho Villa e i soldati federali messicani. È aiuto-regista ne La nascita di una nazione (1915) e interpreta John Wilkes Booth, l’assassino di Lincoln. Con La rigenerazione, uno dei primi film di gangster, ottiene riconoscimenti per l’uso innovativo della macchina da presa.
1927-1938: Diventa uno dei registi più acclamati di Hollywood e nel 1927 è tra i fondatori dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Cinematografiche. Nel 1928 recita e dirige Tristana e la maschera, ma perde un occhio in un incidente sul set, rinunciando a ruoli da protagonista. Nel 1930 affida a John Wayne il ruolo principale nel suo primo film in formato panoramico, Il grande sentiero.
1939-1953: Passa alla Warner Bros, dirigendo una serie di film di successo in vari generi, tra cui I ruggenti anni Venti (1939), Il generale Quantrill (1940), Una pallottola per Roy (1941) e La furia umana (1949). Aiuta a lanciare star come James Cagney, Humphrey Bogart ed Errol Flynn.
1954-1980: Dopo aver lasciato la Warner Bros, continua a dirigere film come Gli implacabili (1955) e l’adattamento di Il nudo e il morto (1958). La sua carriera registica si conclude nel 1964. Muore in California nel 1980.
