E’ approdata su Netflix il 13 marzo 2025 la nuova miniserie britannica Adolescence, scritta da Stephen Graham (anche interprete del padre del protagonista) e Jack Thorne. La serie ha già conquistato pubblico e critica, segnando un record di ascolti nel Regno Unito e non solo. Con una narrazione intensa e tematiche attuali, la serie esplora i meandri della gioventù contemporanea attraverso la storia di Jamie Miller, un tredicenne accusato dell’omicidio di una compagna di scuola.
La serie è stata prodotta dalla Plan B Entertainment di Brad Pitt, che ha voluto sostenere un progetto tanto ambizioso quanto necessario. Adolescence si ispira a fatti di cronaca reali, tra cui gli omicidi di Elianne Andam e Ava White, giovanissime ragazze uccise da adolescenti altrettanto giovani (si parla di 12-14 anni). Questi tragici episodi hanno scosso gli animi delle persone e acceso un dibattito sulla violenza giovanile e sull’influenza dei social media nella nostra epoca. La scelta narrativa della serie offre uno sguardo critico sulla società contemporanea e sulle conseguenze che una mancata guida e comunicazione possono verificarsi sui più giovani.

Il potere del piano sequenza
Una delle caratteristiche più sorprendenti di Adolescence è l’uso del piano sequenza in ogni episodio. Questa scelta stilistica, curata dal regista Philip Barantini e dal direttore della fotografia Matthew Lewis, permette di seguire da vicino i personaggi, senza interruzioni. Ogni attore e comparsa deve trovarsi al posto giusto al momento giusto e la coordinazione richiesta tra cast e troupe è impeccabile. La telecamera DJI Ronin 4D, utilizzata per alternare senza soluzione di continuità riprese a mano e con drone, offre una fluidità visiva straordinaria: aumenta l’intensità delle interpretazioni e coinvolge lo spettatore come se partecipasse alle vicende in tempo reale.
Il giovane talento Owen Cooper
L’interpretazione di Owen Cooper nel ruolo di Jamie Miller è uno degli elementi più discussi e apprezzati di Adolescence. Nato nel 2009 a Warrington, una cittadina vicino Manchester, Cooper ha intrapreso il suo primo ruolo nel mondo della recitazione superando egregiamente le aspettative. Owen è riuscito a trasmettere con intensità e naturalezza il conflitto interiore di un adolescente intrappolato tra il senso di colpa e la mancata consapevolezza della reale gravità del gesto compiuto. Ciò che emerge, soprattutto nell’episodio del dialogo con la psicologa (Erin Doherty), è il suo incolmabile bisogno di piacere e di essere apprezzato – sentimento che va oltre tutto, anche oltre il reato commesso. E noi non possiamo che affermare che Owen Cooper è stato magistrale in questo, impersonificando la più alta tra le forme di fragilità adolescenziali.
Il riferimento alla manosfera
Nel corso della serie viene citata la manosfera ed alcuni elementi che la compongono. Il termine indica un insieme di forum online, blog, canali social e quant’altro in cui gli uomini discutono di temi legati alla loro esperienza di vita e a determinate dinamiche sociali. La manosfera è spesso associata a posizioni ideologiche controverse, come il maschilismo, il femminismo avverso e altre ideologie critiche riguardo le relazioni uomo-donna.
Il protagonista Jamie – così come tutti i ragazzi in questa fase della vita – si ritrova a lottare per comprendere sé stesso, la sua mascolinità e il suo posto nella società. La serie mette in luce come la ricerca di identità possa essere influenzata da ideali tossici che si trovano a volte nei discorsi della manosfera o dei social media in generale.
Questo avviene nel momento in cui si riscontrano dei vuoti educativi da parte, in primis, dei genitori e, in secondo luogo, dal sistema scolastico (basti pensare alla preside che non era neanche a conoscenza delle interazioni online dei ragazzi e della manosfera). La serie, infatti, evidenzia come l’incomunicabilità dei genitori con il figlio – i quali si chiedono come tutto ciò sia stato possibile, essendo Jamie stato sempre chiuso nella sua stanza – ha portato Jamie a ricercare una “guida” altrove. La tensione tra le aspettative della società e la realtà che i giovani si trovano a vivere può portare quindi, nel peggiore dei casi, a gesti estremi di violenza come quello rappresentato in Adolescence.
E a te quali riflessioni ha suscitato la serie Adolescence?
